poesia
VINCENZO URSINI VINCE IL PREMIO "TERRA D'AGAVI"
Nuovo importante premio per Vincenzo Ursini. Già candidato al Premio Strega Poesia con il volume “Eravamo comunisti”, il poeta catanzarese ha ora vinto, con il suo recentissimo libro “Mio Sud”, il premio “Terra d’Agavi”, sezione “Federico Hoefer”, promosso dal Rotary Club di Gela, Distretto 21100 Sicilia-Malta, la cui cerimonia si terrà il prossimo 17 giugno, alle ore 19,30, presso il locale Club Nautico.
«Questo, dal punto di vista letterario, è per me - ha dichiarato - un momento particolarmente felice. Ricevere un premio così prestigioso, giunto ormai alla quarantesima edizione, è senza dubbio motivo di grande gioia, perché il premio, è uno dei più seri concorsi letterari italiani per volumi editi di poesia, non legato a “cordate” editoriali di alcun tipo. Ecco perché sento il dovere di ringraziare il Rotary Club di Gela e la Commissione giudicatrice, presieduti rispettivamente dall’avv. Valentino Granvillano e dalla professoressa Maria Grazia Falconeri per la grande onestà intellettuale che hanno dimostrato durante tutte le fasi del concorso».
Ricordiamo che Ursini, oltre a scrivere poesie e testi di canzoni, alcune delle quali saranno incise nei prossimi mesi da Lino Gaetano, è anche fondatore e presidente dell’associazione “Nuova Accademia dei Bronzi” con la quale organizza il noto “Premio Alda Merini” di poesia del quale, a fine luglio, si celebrerà la XI edizione.
«È l’Amore - scrive Francesca Misasi - il grande solco che attraversa questo prezioso libro di Vincenzo Ursini e ne segna l’essenza e la purezza; amore intenso, febbrile, deus ex machina che muove i fili e tesse la trama di queste stupende pagine. Un amore, quello del poeta, sublimato dalle note magiche della giovinezza ed attraversato dai chiaroscuri del cuore ma che resta topos indiscusso su cui depositare le più intime vibrazioni di un’anima che vuole accasarsi tra i ricordi per svelare se stessa!»
“Mio Sud” è un libro avvincente in cui aleggia, con disarmante e rara finezza, una poetica nuda, sorretta da una interiorità rivelata e da uno stile personale aduso alla ricercatezza e corroborato da una solida grammatura intellettuale. Nelle liriche dedicate al padre, affiora, oltre alla consapevolezza del suo malcelato affetto, una interiorità sofferente dove l’amore sembra dissolversi tra la bruma delle inquietudini proprie della giovinezza, in quella contrapposizione generazionale che poi si trasforma, attraverso la deflegmazione dei sentimenti, in rimpianto, in rammarico, soppiantato nel tempo, dalla vividezza pregnante e dolce dei ricordi. Poesie in cui l’amore di figlio, si dibatte, come nel carme di Catullo, in quei sentimenti alterni e contrastanti di “Odi et Amo… Nescio, sed fieri sentio et excrucior” (Carme LXXXV), di cui non si conosce la ragione ma che lasciano ferite profonde, laceranti, fratture emozionali e catartiche risanate, alfine, dal rimpianto e dal profondo e ritrovato affetto. Versi in cui il cuore e la ragione si flettono ai sentimenti e deflagrano nel profondo lasciando il calco di quell’ethos morale che ha segnato l’abbrivio di una condotta di vita esemplare che riverbera nella pienezza di un oggi appagante e sereno.
Insomma, un bel libro davvero, che si distingue per il linguaggio fresco e scorrevole, lontano dalle tante pseudo sperimentazioni della poesia moderna che lasciano, quasi sempre, interrogativi profondi nel lettori più accorti.
Condividi