saggistica
Dall’Ospedale vecchio al “Pugliese”
“Il mio auspicio è che il libro possa essere un punto di partenza per chiunque voglia approfondire la storia dell’ospedale “Pugliese”, nosocomio regionale nel quale operarono centinaia di medici, infermieri, tecnici e dirigenti amministrativi di altissimo profilo”.
Con questo speranza Mauro Rechichi, già direttore del Dipartimento Urgenze-Emergenze dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, apre il suo secondo volume sulla storia del nosocomio catanzarese, dal titolo “Dall’ospedale vecchio al Pugliese”, pubblicato in questi giorni dall’associazione culturale “Nuova Accademia dei Bronzi”.
È un libro di foto e memorie, tutte intersecate nella storia della sanità calabrese diventata per alcuni decenni punto di riferimento ex-regionale, grazie ai medici, agli infermieri e agli operatori che in quegli anni avevano anteposto le esigenze degli malati e della collettività a quelli di natura personale, lavorando spesso anche al di fuori dell’orario di servizio.
“Una bella pubblicazione - ha commentato Vincenzo Ursini - nella quale trovano spazio ampie e documentate testimonianze, raccolte da Mauro Rechichi, nel corso degli ultimi 20 anni, con fatica, determinazione, spirito di sacrificio, al solo scopo di ricordare alle nuove generazioni la professionalità di tantissimi operatori che hanno speso la loro vita mettendosi al servizio degli ammalati e delle istituzioni sanitarie cittadine”.
E così, nel corposo volume trovano spazio testimonianze e riferimenti sulle storie professionali dei professori Giuseppe Spadea, Raffaele Basso, Antonio Alberti, Corrado Docimo, Stelio Cannistrà, Pietro Lanza, Francesco Mingrone, solo per citarne alcuni, ma anche di medici qualificati - direttori di Unità operative complesse o Semplici - come Francesco Focarelli, Domenico Pelaggi, Giovanni Romaniello, Elio Ferro, Alfonso Nisticò, Emilio Rocca, Giuseppe Greco, Giuseppe Zimatore, Martino Primerano, Ermanna, Gidio ed Ediolinda Iiritano, Ezio Mussari, Mario Apollini, Carmelo Bova, Gaetano Sanzi, Luigi Lombardi, Vitaliano Marincola Cattaneo, Andrea Mussari, Elio Furina, Antonio Scalfari, Claudio Ceccotti, Renato Rubino, Signorino Aidala.
Vengono quindi citati medici, infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici di laboratorio, dipendenti dei servizi di supporto e dirigenti amministrativi che con il loro quotidiano lavoro hanno contribuito in quegli anni a fare del “Pugliese” un grande nosocomio, apprezzato a livello nazionale per la qualità delle prestazioni che riusciva ad assicurare in tutti i settori.
Mauro Rechichi ha pure dedicato un particolare approfondimento all’avvocato Arnaldo Pugliese, al quale, poi, è stato intestato l’ospedale. Nel volume viene, altresì, ricordato, con un lungo e documentato saggio a firma di Teresita Rechichi, un altro illustre catanzarese, l’architetto Saul Greco, professore presso la Facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma, per essere stato il progettista dell’ospedale e di numerose altre opere tra le quali il Palazzo della provincia, il Teatro comunale, la Galleria Mancuso e la Banca d’Italia, Notizie importanti che molti catanzarese, purtroppo, ancora ignorano.
“L’ospedale “Pugliese” è stato per lungo tempo - ha sottolineato Vincenzo Ursini - il simbolo di una città nuova, pronta a spiccare il volo verso orizzonti luminosi, ma quel volo è rimasto a mezz’aria, interrotto da una politica sanitaria sciagurata che ha anteposto alle esigenze della collettività, quelle più misere del provincialismo e dei conti gestionali”.
“Il professore Giuseppe Spadea, - ha scritto alla fine, con grande amarezza, Mauro Rechichi - il Maestro di tutti e il Fondatore della Nuova Medicina, il demiurgo, l’artefice dei Centri Sociali, lo “statista” dell’Ospedale Pugliese, non ha all’interno del nosocomio un reparto o una lapide che lo ricordi alle future generazioni. La vita è questa. Non sempre i meriti vengono riconosciuti”.
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