teatro
PRESENTATO LIBRO SULLA STORIA DEI TEATRI
La storia di un teatro segue quasi sempre quella di una comunità. Ogni teatro testimonia quindi, indirettamente, lo spirito del popolo. Ed è quello che è avvenuto anche per Catanzaro. Tutto ciò è stato oggetto di un approfondito studio di Franco Brescia, pubblicato nei giorni scorsi dalle edizioni Ursini, dal titolo “I teatri a Catanzaro tra cultura e storia”, presentato lunedì sera nella Sala concerti dell’Amministrazione comunale.
Alla presenza dell’autore e dell’editore, l’incontro è stato introdotto dal giornalista Sergio Dragone, mentre Luigi La Rosa, docente presso il locale Liceo Galluppi, ha svolto un’approfondita analisti storica e culturale del testo.
“L’autore, pur procedendo per congetture, ha saputo individuare - ha detto La Rosa - un profondo legame del teatro con della città, arrivando a conclusioni abbastanza interessanti”.
Nel testo emerge infatti un dato molto importante, e cioè il modificarsi nei secoli della struttura del teatro che si adatta in continuazione al particolare momento storico dello spirito umano.
Brescia si è mosso, insomma, con arguzia tra cronaca e storia, realizzando un testo di grande interesse socio-culturale che può essere di grande aiuto a chi vuole approfondire le proprie conoscenze sugli usi e i costumi del popolo catanzarese nel secoli.
Dopo un rapido excursus sulle prime rappresentazioni nel periodo della civiltà minoica e dell’antica Grecia, nella configurazione del teatro come religiosità, la storia narrata dall’autore percorre tutte le altre età successive, della Roma arcaica, del medioevo, per arrivare, poi, al romanticismo fino ai giorni nostri che includono l’attuale Teatro Politeama.
Un intenso viaggio effettuato dall’autore per approfondire la storia dei teatri di Catanzaro – la cui origine risale al medioevo – con l’intento di dimostrare gli intrecci intercorrenti con quella degli altri teatri radicati nella penisola ed oltre.
Brescia fa risalire ai primi del ‘700 la presenza di un teatro a Catanzaro “anche se - dice - non è riscontrabile data certa del suo apparire nella scena della vita cittadina”.
“Si tratta di una sorta di baraccone posizionato nei pressi della Chiesa del Monte dei morti e la sua esistenza si desume da un manoscritto di De Nobili, il quale descrive che nel 1739 vi si portò Carlo III per assistere alla rappresentazione di una commedia mandata in scena da attori dilettanti e alla quale il re presenziò con molto gusto, tanto da voler premiare il primo attore con una lauta regalia”.
Da quel periodo quindi iniziò in città un grande fermento teatrale che raggiunse il suo splendore con la costruzione del Teatro comunale: un teatro molto ampio e comunque più che sufficiente rispetto al numero dei residenti del tempo, nonché idoneo a soddisfare completamente le esigenze della popolazione di ogni ordine e grado.
Il libro edito da Ursini arricchisce, perciò, le conoscenze sulla storia della città, con aneddoti e avvenimenti poco conosciuti, frutto di anni di appassionate ricerche.
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