saggistica
PRESENTATO LIBRO SU STORIA PARROCCHIA BOTRICELLO
"La serata di Botricello è stata una bella pagina di storia, di amicizia e di affetto".
E' ciò che ha detto l'editore Ursini a conclusione della presentazione del volume "La Parrocchia di Botricello dalle sue origini al 1984" di don Titta Scalise che si è tenuta nei giorni scorsi nella Chiesta Parrocchiale. Presenti, tra gli altri, Simone Puccio, vicesindaco di Botricello, Mauro Re-chichi, già direttore del Reparto di Anestesia e Rianimazione del Presidio Ospedaliero "Pugliese-Ciaccio" e membro dell’Accademia dei Bronzi, Salvatore Torchia, sindaco di Sersale, Ivan Ciacci, Nino Zinzi, Michele Gallucci, Cettina Mazzei con il marito Franco Stirparo da Caraffa, don Franco Lorenzo e molti altri studiosi e professionisti provenienti da Cropani, Sersale, Belcastro, Cerva, Sellia, Petronà, Catanzaro, Petilia Policastro, Rocca di Neto, Crotone. Insomma, la presenta-zione del nuovo libro di don Titta è stata una bella occasione per fare arrivare a Botricello alcuni dei più qualificati rappresentati della storia del territorio.
Applauditissimi gli intermezzi musicali dei maestri polistrumentisti della scuola di musica per banda istituita da don Titta (Luigi Cimino all’organo, Mario Capellupo alla tromba e Gregorio Sinatora al clarinetto), che hanno eseguito l’Ave Maria di Charles Gounod, il celebre Adagio di Tomaso Albinoni e La Vergine degli Angeli da "La forza del destino" di Giuseppe Verdi.
Ha introdotto i lavori il professore Mimmo Stirparo che ha scandito la serata con bravura magi-strale. Stirparo ha esordito manifestando una sua grande gioia: ”Gioisco - ha detto - perché vedo tanti giovani e tanti parrocchiani. Questo dimostra l’affetto per l'ex parroco don Titta”.
"Quello che presentiamo stasera, è un libro - ha aggiunto - scritto da un “custode della storia della Chiesa, in particolare di quella di Crotone-S. Severina. Un bel libro, edito dall’amico Vincenzo Ur-sini, un veterano dell’editoria, sempre pronto, disponibile quando si tratta di valorizzare, esaltare le potenzialità di giovani autori e soprattutto valorizzare le tante caratteristiche della Calabria e della Chiesa Calabrese".
Stirparo ha poi letto un messaggio di augurio inviato a don Titta dal maestro orafo Michele Affidato che per l'occasione ha realizzato un'artistica targa di argento consegnata all'autore dallo stesso e-ditore.
“Questo tuo lavoro - ha scritto Affidato rivolgendosi a don Titta - è un punto di riferimento per tutti coloro che vorranno approcciarsi alla storia ecclesiastica di Botricello. Conservo un bellissimo ricordo di questa Chiesa ogni volta che mi capita di passare davanti, perché mi torna alla mente quando ancora ragazzino, dal seminario di Petronà, siamo scesi insieme agli altri seminaristi per il servizio liturgico in occasione della solenne inaugurazione al termine dei lavori".
Successivamente i due ex sindaci, Paolo Camastra e Pietro Traversa, e quello attuale, Michelan-gelo Ciurleo, hanno evidenziato che il libro è una “testimonianza di affetti ed emozioni” che porta in alto il buon nome di Botricello e la generosità dei botricellesi.
Particolarmente gratificante è stato per don Titta il messaggio ricevuto da Pino Caridi, docente di Storia Moderna all'Università di Messina e Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Ca-labra.
"Ho letto - ha scritto Caridi all'autore - con vivo interesse il tuo lavoro, ricco di riferimenti docu-mentari che denotano la tempra dello studioso formatosi attraverso una lunga ed estremamente pro-ficua dimestichezza con gli archivi. A tale indubbio merito di carattere scientifico va aggiunta la passione che anima la ricerca e rende vivace e coinvolgente la ricostruzione delle vicende di un ente religioso di cui sei stato a lungo il principale protagonista, come ho avuto modo di constatare perso-nalmente essendo stato tuo ospite nei primi anni Ottanta”.
Quindi, monsignor Francesco Frandina, già vicario generale dell’Arcidiocesi di Crotone, ha testi-moniato che "don Titta ha la passione per le cose belle e ha ereditato l'amore per la ricerca storica dall’arcivescovo mons. Federici".
Monsignor Antonio Cantisani ha poi manifestato all'autore “fraterno affetto e profonda stima. "C’è in lui - ha detto l'arcivescovo emerito - quel rigore scientifico per lavori di questo genere. Si rimane colpiti dall’assoluta fedeltà ai documenti minuziosamente ricercati, non gli è sfuggito nessun dettaglio. Proprio alla scuola di don Titta e sul suo esempio ho imparato a scoprire negli archivi il transitus Domini… Questa pubblicazione può aiutarci a capire cosa è la parrocchia, ad amare la par-rocchia e a far ognuno la propria parte".
Concetti affrontati anche da mons. Domenico Graziani. “Mi ritrovo totalmente in quanto detto da mons. Cantisani sul caro amico Titta. Gli sono particolarmente grato per aver messo in evidenza, con l’arte che conosce e con acribia, queste linee della storia della Parrocchia di Botricello”.
Le conclusioni sono state tratte dal Parroco don Rosario Morrone, promotore della serata unita-mente a tutto il Consiglio Pastorale. "Nutro una forte simpatia verso don Titta da quando ero alunno del seminario provinciale e sentivo parlare di questo grande parroco. Ecco perché ho subito condi-viso la sua idea di scrivere qualcosa che restasse nella memoria di tutti".
Don Titta Scalise ha infine concluso con un "Te deum laudamus" di ringraziamento al Signore e a tutto il popolo di Botricello che con la sua generosità gli ha consentito di realizzare tante iniziative ispirate al senso del bello, all’osservanza di tutte le norme canoniche e degli insegnamenti del Con-cilio Vaticano Secondo. Ha poi ricordato mons Giuseppe Agostino, con il quale aveva instaurato una bella sintonia operativa, e le amministrazioni comunali che si sono negli anni succedute. Un fragoroso applauso ha fatto seguito al saluto e all’abbraccio che Don Titta ha presentato a nome di don Giovannino Campogrande, parroco di Botricello, suo maestro e riferimento costante di pasto-rale. Insomma, ancora una volta don Titta Scalise ha dato prova delle sue ottime qualità di storico e archivista e, soprattutto, del suo sincero e illimitato affetto nei confronti degli ex parrocchiani.