poesia
"UNA VOCE" DI PINO VELTRI
Nella crisi attuale del linguaggio, sembra difficile individuare la verità nel dualismo poesia non poesia, né potremmo chiamare in causa i rapporti tradizionali tra classicismo e romanticismo, ermetismo, neorealismo, espressionismo e neorealismo; e neppure tra aspetto letterario semantico ed estetica della parola, senza cadere nell'etichetta sostanzialmente qualunquista ed ambivalente.
La poesia in quanto tale, è altra cosa; si travasa in una ricerca che sembra dilatata in un tempo senza tempo, attraverso un monologo con l'invisibile, con l'assoluto, con il mistero.
Ed è un dialogo con le cose, con l'uomo, con tutte le creature della terra e del cielo; un dialogo espresso con la nobiltà e la sensibilità dell'animo, che solo il poeta sa esprimere.
Ed ecco che tale dialogo diventa sincerità, vera poesia: un andare oltre le cose, il linguaggio, i termini e le immagini stesse; diventa comunione nel silenzio e la poesia sembra una preghiera.
Ma l'illusione di far poesia, spesso, trasporta gli autori in divagazioni infernali, monotonie surreali, astrattezze condite da un'estemporaneità che diventa subdola, dotata di aggettivazioni più o meno squisite, dotte dissertazioni pseudo filosofiche, pseudo letterarie, e virtuosismi della parola, funambolismo estetico arido e insincero, privo di ogni coerenza morale. E ciò l'illusione più pericolosa; quella, cioè, di far versi usando schemi prestabiliti, stereotipati, nonostante il linguaggio poetico fosse, invece, spontaneamente investito da una luce interiore, da un talento che è acceso dal fuoco della poesia. È il ritorno al periodo umano ode, cuore, coi suoi poeti, con le sue canzoni, coi suoi trovatori, con le gesta eroiche dello spirito del poeta che attribuisce alle cose veste fantastica, che si esprime mediante un linguaggio metaforico, tipico dell’età post moderna, con le analogie che arricchiscono i concetti e liberano dalle sbarre i fatti umani, le vicende dell'uomo, le esigenze della fantasia a trovare la propria espressione.
E anche le figure cosiddette retoriche: metafora, metonimia, sineddoche ecc., non sono più considerate come espressioni estrinseche ed artificiose, ma come espressioni spontanee della fantasia che, per quel bisogno di poesia riscontrabile in varia misura di tutti gli uomini, è portata ad esprimersi per immagini tratte dalle forme e dai colori della natura.
Ne consegue anche un nuovo concetto della critica letteraria, la quale non deve più limitarsi ad una conoscenza estrinseca, formalistica, grammaticale dell'opera d'arte, ma deve cercare innanzitutto di comprendere lo spirito dell'ambiente in cui essa fu concepita e di riviverla attraverso la particolare forma espressiva, che costituisce lo stile del poeta, uno stile non necessariamente aspro, ma chiaro, pacato, anche se robusto e singolarissimo.
Leggendo, perciò, la silloge di Pino Veltri: “Una Voce...”, si rimane stupefatti dalla sincerità e genuinità delle quali non esistono riserve.
L'individualismo di certi letterati non affiora nella sua poesia, che è musica, virile documento della realtà storica, parola che conquista, ritmo, amore, religiosità, che si fondono in blocco innegabilmente e stilisticamente.
Allora si capisce subito che la poesia di Veltri, è partecipazione, coinvolgimento di tutto l'uomo, anzi di tutti gli uomini, messaggio universale per il destino comune di salvezza, la quale si raggiunge con il sentimento puro del cuore, con la preghiera, con la fede, con l'amore, intesi
come eticità del vivere in rapporto con gli altri.
È ciò che hanno fatto da venti secoli i grandi poeti: da Fortunato a Manzoni, da Jacopone da Todi a Rebora, da Dante a David Maria Turoldo.
Ecco che la poesia diviene un messaggio universale; è la grande coscienza di una maturità spirituale senza limiti; è devozione, prova di evoluzione in profondità del pensiero dell'uomo; è pietà, è solitudine, è ribellione interiore, è lotta, è impegno civile, solidarietà, partecipazione, rischio evangelico, forza di gettare la propria anima per salvarla.
Ecco, tutto ciò vive e si agita nella poesia umana di Pino Veltri, e che è dono genuino che varca la quotidianità, la verità, l'ipocrisia della mente e del cuore, l'apparenza formale, l'opportunismo utilitaristico, per ascoltare, infine, la voce interiore, per sfogliare il libro vitale che anima la nostra esistenza contro il dissolvimento di ogni valore umano, contro la distruzione di ogni ideale, contro il sovvertimento di ogni principio etico, al di là di ogni ironia, di ogni falsa retorica.

Edoardo Novielli
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