pittura
CHIUSA MOSTRA DI CATERINA RIZZO
Non credevo che anche in questo periodo una mostra di pittura potesse suscitare tanto interesse”. E’ visibilmente soddisfatta Caterina Rizzo, definita dalla critica “pittrice della Luce”, a conclusione della personale che ha allestito nella Saletta Capitolare Gotica di Santa Maria della Pietà di Squillace, con la collaborazione dell’Accademia dei Bronzi e delle Edizioni Ursini, e l’adesione dell’amministrazione comunale e della locale Precettoria del Sacro Ordine dei Cavalieri Templari a cui il sindaco ha affidato la gestione della chiesetta.
Tanti, infatti, sono stati i visitatori che dal 21 al 23 settembre hanno apprezzato le opere esposte, raggruppate sotto il titolo “I colori della Calabria”. Tra gli altri, il sindaco Guido Rhodio e il giudice Vito Cesareo. Più che soddisfatti, anche, l’avvocato Lorenzo Carnevale e Vincenzo Ursini, promotori dell’iniziativa. “Siamo convinti – ha sottolineato Carnevale – che la collaborazione avviata con l’Accademia dei Bronzi, presieduta da Ursini, proseguirà in futuro con altre iniziative culturali indirizzate non solo alla valorizzazione degli artisti e scrittori locali, ma soprattutto alla conoscenza della storia del nostro territorio”.
“Squillace - ha infine commentato Caterina Rizzo - rappresenta per me uno dei luoghi ideali di ispirazione pittorica e di crescita culturale. Ecco perché prometto a tutti coloro che hanno visitato questa mostra di tornare la prossima estate con una nuova personale che dedicherò interamente alle bellezze di questo stupendo paese”.


NOTE STORICHE SULLA “CHIESETTA DI SANTA MARIA DELLA PIETA' di SQUILLACE

La presenza Templare a Squillace trova conferma nella presenza della cosiddetta « chiesetta di S. Maria della Pietà » che è stata definita come un piccolo prezioso gioiello di architettura gotica conservatosi nel tempo, che non trova confronto con altri simili nel comprensorio circostante.
Costituita originariamente da pietre che all'analisi di laboratorio (effettuata presso il lab. di Scienza delle costruzioni della facoltà di Architettura dell'Università di Napoli) sono risultate agglomerati naturali, la struttura dell'edificio venne via via modificandosi con aggiunte di arenaria e « cocci » di terracotta. All'interno c’è un pilastro di notevoli dimensioni posto al centro, in posizione obliqua rispetto all'andamento perimetrale delle pareti, da cui si dipartono volte a crociera sottolineate dai costoloni tipici dell'architettura gotica. Una lapide ricorda l'ultimo restauro del 1853, anno in cui l'aula fu consacrata e predisposta (forse restituita) al culto presumibilmente per volontà dei proprietari che pare fossero una nota famiglia di possidenti, i Maiorana. Da quel momento, la chiesetta prese a chiamarsi S. Maria della Pietà, titolo che, fino a qualche decennio prima, era dell'ospedale di Squillace, ubicato in tutt'altra zona della città.
Sembra che l'aula (press'a poco quadrata) possa essere evidentemente ritenuta solo parte di un prodotto architettonico di imponenza maggiore e certamente di carattere religioso.
Anche il movimento francescano realizzò delle chiese che, nonostante le manipolazioni posteriori, manifestano il medesimo linguaggio di quelle cistercensi tanto che le caratteristiche delle più antiche realizzazioni come il S. Francesco di Gerace (del 1252) e la primitiva chiesa di S. Francesco a Cosenza appaiono richiamate nella chiesa di S. Maria della Pietà a Squillace, con un interno spartito da pilastri sui quali sono impostate crociere costolonate (I beni culturali e le chiese in Calabria, 1981, Editore Domenico Laruffa, Reggio Calabria).
La chiesetta di S. Maria della Pietà risale all’epoca degli svevi che, dopo l’isolamento che aveva caratterizzato l’invasione bizantina, diedero nuovo impulso all’economia del Mezzogiorno e la professionalità delle maestranze locali fu riconosciuta anche fuori della regione dove erano spesso chiamati ad operare. Il più celebre dei capimastri locali Roberto da Squillace, che - cosa inusitata per quei tempi - aveva come fiduciario il notaio Andrea Rhodio, fu attivissimo dopo il 1296 in Calabria, a Napoli (Castel Nuovo) ed a Salerno. Probabilmente, la chiesetta di S. Maria della Pietà si deve a questo celebre capomastro, o uno dei suoi discepoli. La Chiesetta è stata definita come un vero gioiello di architettura gotica del XIII secolo, ubicata in un angiporto, quasi all'inizio di via Antico Senato. Essa, probabilmente, non è che un frammento, al momento isolato rispetto all'originario contesto monastico, di una sala conventuale (da Skilletion a Squillace, guida illustrata di Franco Taverniti, 1985, pag.27).
Significativa è la stella a sei punte che ritroviamo, identica e dappertutto, nella templare abbazia di Valvisciolo e negli affreschi templari della chiesa di S. Bevignate a Perugia (tracce di affreschi con motivi decorativi simili a quelli di S. Bevignate si notano poi ancora all'interno di S. Maria di Squillace), oltre che in un reliquiario di Casamari.
La conferma della presenza templare a Squillace si può ricavare anche dalla bellissima bifora gotica a doppio arco acuto, che risalta da un edificio del tessuto urbano situato nella parte alta sotto al castello e rappresenta un elemento isolato di grande pregio architettonico e testimoniale e sempre nella stessa zona il portale gotico con impresso il marchio dei maestri comacini.
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